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CELENTANO ADRIANO (Italia)


Un Alberto Di Trenta Piani

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Per la tua ma[C]nia di vivere in una cit[G7]tà guarda bene come ci ha conciati la me[C]tropoli. Belli [C7]come noi ben pochi sai ce n'[F]erano e di[C]cevano quelli [G7]vengono dalla cam[C]pagna. {soc} Ma ridevano si spanciavano già sa[G7]pevano che saremmo ben presto anche noi diventati come [C]loro. Tutti [C7]grigi come grattacieli con la faccia di [F]cera con la faccia di [C]cera è la legge di questa atmos[G7]fera che sfuggire non [C]puoi fino a [G7]quando tu vivi in cit[C]tà. {eoc} Nuda sulla pianta prendevi il sole con me e cantavano per noi sui rami le allodole. Ora invece qui nella città i motori delle macchine già ci cantano la marcia funebre. {soc} E le fabbriche ci profumano anche l'aria colorandoci il cielo di nero che odora di morte. Ma il Comune dice che però la città è moderna non ci devi far caso se il cemento ti chiude anche il naso la nevrosi è di moda chi non l'ha ripudiato sarà. {eoc} Ahi, ah non respiro più mi sento che soffoco un po' sento il fiato che va giù va giù e non viene su vedo solo che qualcosa sta nascendo forse è un albero sì, è un albero di trenta piani.